Comunicato Stampa
Il violoncello nel Novecento – I Solisti di Pavia – Enrico Dindo violoncello e direttore
Esiste, tra i musicofili più accaniti, una sorta di feticismo dello strumento musicale. A chi è “affetto da questa patologia” – tutt’altro che grave – capita di non perdersi un concerto non solo per la bravura del musicista che si esibisce, ma anche per godere il suono di uno strumento magari antico, di pregevole fattura, o firmato da un liutaio di storica fama. In molti casi, poi, si tratta di oggetti meravigliosi anche alla vista. Pertanto, i più esperti si stanno già chiedendo se Enrico Dindo porterà con sé, al Teatro Comunale “U. Giordano” di Foggia dove si esibirà martedì 19 novembre con I Solisti di Pavia, il suo pregiatissimo Pietro Giacomo Rogeri del 1717 che gli è stato affidato dalla Fondazione Pro Canale.
Lo scopriremo solo quella sera, durante il nuovo appuntamento della 54a Stagione Concertistica in cui si saluterà l’atteso ritorno in città del musicista torinese: era, infatti, già stato ospite degli Amici della Musica di Foggia nel 2018 in una serata di grandissimo successo.
Il violoncellista, Accademico di Santa Cecilia, è stato primo violoncello del Teatro alla Scala di Milano dal 1987 al 1998 e ha suonato in orchestre dirette da Chailly, Muti e altri prestigiosi maestri; ha guidato l’Orchestra Giovanile Italiana, quella della Svizzera Italiana e della Filarmonica della Scala. Nel 2021, il suo entusiasmo ha permesso la formazione de I Solisti di Pavia che concilia la presenza di artisti molto giovani con un livello artistico qualitativamente molto elevato. Insieme hanno girato il mondo, partecipato a eventi come la chiusura del semestre di Presidenza Italiana dell’Unione Europea nel 2004 e firmato progetti crossover come “Valentina! Un violoncello a fumetti” che univa il famoso fumetto di Guido Crepax e la musica di Jorge Basso.
L’orchestra e il suo fondatore porteranno un programma assai variegato. Si partirà col compositore boemo David Popper e il suo Requiem per tre violoncelli e archi, un andante intenso e avvolgente, venato di una pensosa malinconia, al quale seguirà la Sonata in do maggiore opera 119 di Sergej Prokovief, che in cinque tempi alterna tonalità assai differenti e perfettamente in linea con lo spirito del tempo in cui l’opera fu composta: era il 1949, e il compositore riuscì a coniugare lo sperimentalismo dell’età contemporanea, che rompeva gli schemi consolidati, e gli echi di un passato ancora percepibile, in cui l’armonia e la musicalità seguivano regole rigidissime.
Infine il pubblico potrà ascoltare la Kammersymphonie n° 1 per orchestra e archi opera 145 di Moisej Weinberg in cui eleganza ed energia dialogano su una struttura imprevedibile, aerea, leggerissima.
Ingresso alle 20.00, inizio alle 20.30
I biglietti rimasti disponibili possono essere ritirati dalle 19.00 presso il Teatro